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Die ersten 15 Jahre

Die ersten 15 Jahre 1Sono trascorsi quindici anni da quando è stata costituita l’associazione “Amici nel mondo” diventata in seguito una ONLUS. E’ in questo gradito contesto, per la prima volta, che sento di manifestare le ragioni intime e personali che mi hanno spinta a questo passo.

Lo faccio ripercorrendo alcuni episodi della mia vita ancora carichi di emozione.

La lettura di un libro sulla vita di Madre Teresa di Calcutta mi aveva portata alla consapevolezza che sarei stata bene nell’aiutare il prossimo su questa spinta nel 1993, dopo un corso di studi biennale molto impegnativo che andava ad occupare tutti i miei week-end ferie comprese, mi diplomai infermiera volontaria della Croce Rossa Italiana.

Sentivo che sarei stata utile, mentre in aereo diretta per la mia prima missione a Mogadiscio conoscevo Cristina Luinetti, una ragazza di ventitré anni con cui instaurai subito una bella amicizia, nonostante la differenza d’età.

Questa esperienza però si rivelò sconvolgente.
Con i pochi medicinali a disposizione nella sede di Mogadiscio della Missione ONU dovevamo fronteggiare anche più di quattrocento emergenze al giorno, persone con ferite da arma da fuoco, ma anche divorate da vermi sottopelle o da piaghe tropicali e tra loro tanti, tanti bambini.

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I mezzi inadeguati non ci consentivano di curare neppure la diffusissima tubercolosi. Toccavo con mano e mi rendevo conto ogni giorno di più che cosa significava “azione umanitaria” dei contingenti ONU a favore dei Paesi Poveri in guerra: una copertura per mascherare finalità ben diverse, di interesse economico!

A sostegno di questa affermazione faccio notare come a marzo del 1994, non avendo trovato in Somalia il petrolio che cercavano, tutti i contingenti internazionali furono ritirati, lasciando con indifferenza il Paese a continuare la sua guerriglia tribale, ancora oggi in corso, con la gente al suo consueto morire per fame e malattie…

L’impegno del personale formato da un medico occasionale, Cristina ed io, era notevole. Cristina mi sorprendeva per l’abilità con cui affrontava le emergenze come assistente in sala operatoria, ovvero lo spazio che era stato inventato a tale scopo (ci pioveva pure dentro!!).  (fig.: Somalia)

Die ersten 15 Jahre 4Die ersten 15 Jahre 5L’8 dicembre, a meno di un mese dal nostro arrivo, Cristina perse la vita in un improvviso conflitto a fuoco all’interno del nostro fatiscente ambulatorio.

Ritornai in Italia afflitta, sconcertata, arrabbiata con il mondo intero e con il cuore indurito.

Tutti i miei ideali abbandonati, tutta la mia voglia di fare svanita. Non so neanch’io chi mi spinse quel giorno ad entrare nella chiesa di “Cristo Re” a Bolzano né chi mi fece accorgere di quel volantino che proponeva un pellegrinaggio a Medjugorje.

Fu così che mi ritrovai seduta in quel pullman pieno di fedeli che continuamente ed incessantemente recitavano il rosario, mentre i miei pensieri, del tutto estranei a quell’atmosfera, dirigevano ancora verso il disperato ricordo della recente esperienza somala.

Ero stufa ed indispettita da quel tanto pregare che non portava alcun beneficio al mio cuore che voleva solo ritrovare un po’ di pace.

Arrivata a destinazione, sentii l’assoluta necessità di rimanere per conto mio ed approfittai del tempo libero a disposizione per una solitaria passeggiata. Fu a questo punto che un voce forte e chiara nacque dentro di me, e si concretizzò in queste parole:

“Ho fiducia in te, ce la farai.”

Sentii svanire improvvisamente la rabbia e tutti i miei ideali sopiti ripresero vita!

“Ce la farai!!”

Parole che andavano a spronarmi, senza capire ancora bene la strada da seguire.

Decisi che mi sarei lasciata guidare dalle circostanze e dalle opportunità che mi si sarebbero presentate: non dovetti attendere molto.

Già pochi giorni dopo ero in Romania, aggregata ad una associazione internazionale che portava aiuti ad un orfanotrofio. (fig.: Cristina)

Die ersten 15 Jahre 6Die ersten 15 Jahre 7 Le disumane condizioni in cui i bambini versavano, non mi lasciarono dubbi: mi sarei adoperata a migliorare le condizioni di vita dei più poveri, con profonda onestà e umiltà, perché tutti gli aiuti che avrei raccolto fossero correttamente utilizzati, senza sprechi.

“Ce la farai!!”

Queste parole mi hanno accompagnata nei duri inizi, quando l’associazione era ancora poco più che un’idea e mi hanno guidata nei vari progetti che man mano portavo a termine con costante attenzione al fatto che potessero essere realizzati e mantenuti funzionanti da manodopera locale.

Mi hanno aiutata a scegliere e trovare visibilità fra i tanti progetti che mi venivano sottoposti.
Mi hanno sostenuta quando ho sentito di vacillare, preda delle mie paure, o quando tante difficoltà si sono presentate come insuperabili.
Mi hanno aiutata quando ho dovuto affrontare i viaggi, non sempre agevoli, diretti a prendere contatti o verificare lo stato di avanzamento dei progetti.
Mi hanno consentito di non disperarmi rendendomi conto dell’esiguità dell’aiuto che potevo dare, un pozzo, una scuola, piccoli dispensari.

Ringrazio anche le persone che inizialmente mi hanno aiutata a costituire l’associazione 15 anni fa: Silvana e Mario, Bruna e Attilio e Mario Michelon che non è più tra noi.

I miei amici come Margit, Gabriella e Aurelio, Alpidio e Carmen Balbo, sono stati preziosi consiglieri e non mi hanno mai fatto mancare la loro fiducia. Molti sostenitori tra soci e benefattori privati e pubblici come il nostro Comune la Provincia la Regione e alcune banche, hanno creduto nella validità dei progetti collaborando finanziariamente perché si potessero realizzare.

Grazie di cuore a tutti coloro che mi hanno permesso di arrivare fin qui.

Die ersten 15 Jahre 8Alpidio Balbo, Gabriella e Aurelio Carolo

 

 

 

 

 

 

PRIMA DOPO

Fra le tante iniziative, la più importante per numero di persone beneficiate è senz’altro quella realizzata in Ghana che ha portato acqua in 23 villaggi, raggiungendo circa 10.000 persone.

La Provincia Autonoma di Bolzano, la Regione Autonoma Trentino Alto Adige e il Gruppo Missionario di Merano hanno collaborato al progetto che ha ricevuto il plauso anche del Presidente Luis Durnwalder, arrivato in visita nel 2009.

Il progetto è stato realizzato con la collaborazione dei Padri comboniani e dell’associazione AMURT